Biografia
GIOVANNI BALDUCCI si è laureato in Giurisprudenza con una tesi sui temi dell'”interazionismo simbolico” e della “microsociologia” presso la cattedra di Sociologia del Diritto. Nel 2013 fonda il sito d’informazione locale e promozione di eventi (glocal) Il Paesano – “Pensare globalmente realizzare localmente”, che dirigerà fino al 2017. Nel frattempo, nel 2013 avvia le collaborazioni con la rivista di rilievo nazionale «Barbadillo» e con altre testate cartacee e online locali e nazionali. Ad inizio 2020 partecipa con il saggio “Nietzsche, Mazzini e l’idea di Europa” all’«Almanacco Repubblicano» (Bonanno, Acireale-Roma) assieme ad importanti firme della cultura e della politica italiana ed europea. Nell’estate 2020 aderisce all’associazione di promozione culturale CulturaIdentità pubblicando suoi interventi per l’omonima rivista-inserto de Il Giornale. Nel 2021 ha pubblicato il saggio sui temi della “microsociologia” e dell'”interazionismo simbolico” “La vita quotidiana come gioco di ruolo. Dal concetto di “face” in Goffman alla “labeling theory” della Scuola di Chicago” (Mimesis, Milano-Udine), testo che figura nel catalogo di molte importanti realtà bibliotecarie in Italia e all’estero, tra cui le biblioteche delle università di Oxford e Yale, la Bibliotèque nationale de France (BnF) e la Library of Congress di Washington. Ha partecipato con il saggio “Un mondo nuovo: Sì, ma quale?” all’edizione 2021 dell’«Almanacco Repubblicano». È Friend of The Warburg Institute – School of Advanced Study University of London. Nel luglio 2022, cura assieme al fratello Giuseppe e con la partecipazione del prof. Takashi Inoue (Shirayuri University di Tokyo), il testo “Soggiorno a Venezia. D’Annunzio nella Recherche” (Luni, Milano), ora presente nel catalogo della Biblioteca della Fondazione del Vittoriale degli Italiani di Gardone di Riviera. Tra i prossimi lavori in uscita nel 2023 “Omelette soufflée à l’antiquaire” (Aragno, Torino), raccolta di saggi di e su Mario Praz, “Giulio Cesare” (Aragno), dialogo di Henry de Montherlant, il saggio sul pensiero tradizionale “Sotto la cupola del vero. Breviario della Tradizione” (Solfanelli, Chieti), la prima traduzione in lingua italiana de “I Misteri di Mithra” di Franz Cumont (Aragno, Torino), e la curatela del testo mazziniano “Fede e avvenire” (Bonanno, Acireale-Roma).
GIUSEPPE BALDUCCI ha studiato presso l’Università degli Studi di Bari. Si è laureato in Lettere con una tesi sulla sezione di emblematica del Fondo speciale «Mario Praz» (Fondazione Primoli, Roma) presso la cattedra di Bibliografia e Biblioteconomia. Vincitore di borsa di studio per merito da parte dell’Ateneo barese, ha ampliato le sue conoscenze in materia di tradizione e trasmissione dei testi antichi e moderni partecipando a vari convegni e seminari accademici; fra gli altri: «Tradizione e conservazione: archivi roveretani tra antico e moderno» (Unitn), «Gesù ebreo: dal Talmud alla Wissenschaft des Judentums» (Upo). Nel 2013 fonda con il fratello Giovanni il quotidiano d’informazione locale e promozione di eventi (glocal) «Il Paesano: “Pensare globalmente realizzare localmente”», che dirigerà fino al 2017. Fra i suoi lavori, nel 2022, pubblica sul mensile internazionale di studi «la Biblioteca di via Senato» (Biblioteca di via Senato, Milano) il saggio La letteratura degli emblemi e delle imprese. Mario Praz e gli Studi sul concettismo. Ha curato Misteri d’Italia (con postfazione; Aragno, Torino), che raccoglie, per la prima volta in volume, alcuni scritti di Mario Praz apparsi in rivista nel ’58; l’edizione italiana di Matelot (con introduzione; Robin BdV, Torino) di Pierre Loti; Omelette soufflée à l’antiquaire. Elogio degli antiquari (Aragno, Torino) di Mario Praz; Giulio Cesare. Dialogo con un’ombra (postfazione; Aragno, Torino) di H. de Montherlant; Séjour à Venice (con Giovanni Balducci; Luni ed., Milano), inedito non incluso nella edizione definitiva della Recherche di Proust. È membro della Society for Emblem Studies (Utrecht University). Suoi scritti sono apparsi sulle riviste «Antinomie», «Il Giornale dell’Arte» e «La ricerca».